Sedia a rotelle perché sei così odiata ?
[:it]
Solitamente, quando vengo intervistato, mi capita di essere introdotto con le seguenti parole: “Paolo Badano, COSTRETTO SU UNA SEDIA A ROTELLE da oltre 20 anni”.
Questa espressione, che onestamente non userei mai, risulta molto cara al mondo dei “bipedi” per definire la mia condizione di vita, e ritengo possa rivelarsi carica di molti altri significati. È un modo di dire che mette l’accento sull’ evidente sfortuna che ha colpito una persona, inoltre sottolinea la sofferenza che dovrà affrontare poiché COSTRETTO sulla sedia rotelle .
Ho deciso di scrivere questo post per far capire quanto il nostro pensiero possa essere condizionato da parole, foto e preconcetti. In questo caso specifico, possiamo vedere come un apparente modo di dire abbia caricato un semplice mezzo locomozione come la sedia rotelle di un colpa sicuramente non sua, contribuendo a farla diventare l’oggetto simbolo della sfortuna, in grado di canalizzare odio e sentimenti orribili, confinandola e condannandola ad un’esistenza priva di tecnologia, Design e quindi di evoluzione.
Facciamo un passo indietro.
Di sedia a rotelle (o wheelchair) possiamo trovare esempi che risalgono addirittura al VI secolo a.C., con raffigurazioni su vasi e lastre rinvenuti in Cina e Grecia. Ma non è la Storia che ora ci interessa, bensì capire come un oggetto così antico e indispensabile sia diventato simbolo così tanto detestato dal mondo verticale e “seduto”.
Io ritengo che una grossa fetta di responsabilità sia dovuta ad una scelta fatta molto tempo fa.Quale simbolo iconografico si è scelto per rappresentare la disabilità? (tutte le disabilita’ , motorie, mentali,visive, sensoriali etc…)
Lo conosciamo tutti perché è ovunque, ed è proprio una sedia rotelle. Eppure noi sappiamo che le disabilità che usano la sedia a rotelle sono in percentuale assolutamente minoritarie rispetto tutte le altre, per intenderci il 6% della popolazione mondiale ha una disabilità ma solo 1% circa di queste disabilità usa una sedia rotelle.
Mi pare evidente che se abbiamo scelto una sedia a rotelle per rappresentare tutte le disabilità ne abbiamo fatto simbolo che va oltre il suo reale significato…
Immaginate se la disabilità fosse stata rappresentata dagli occhiali neri per non vedenti. Li avremmo potuti trovare sulle porte dei bagni per disabili, nei parcheggi riservati…forse, e dico forse, oggi il Mondo vedrebbe gli occhiali in un modo differenti e magari nessuno li indosserebbe per non apparire disabile…..
Scherzi a parte ritengo che oggi varrebbe la pena di ripensare questo logo, sarebbe già un buon inizio per la riqualificazione di questo tanto odiato oggetto.
Per quanto mi riguarda io sono sempre a puntualizzare il fatto che non mi ci ha costretto nessuno su di una sedia a rotelle, anzi, è grazie ad una sedia rotelle che sono riuscito a riprendermi la mia vita autonoma e indipendente.
Per capire quanto siano vere le mie parole, basterebbe guardare cosa accade in paesi meno fortunati dei nostro, dove associazioni come http://www.freewheelchairmission.org ci dicono che 100-150 milioni di persone nel mondo possono solo sognare di possedere una sedia rotelle.
E per questo FREE WHEELCHAIR MISSION lavora per realizzare sedie a rotelle low cost, addirittura fatte con una sedia di plastica da giardino, perché la vita di chi non può neppure sperare di avere questo strumento tecnologico, è incredibilmente dura a livelli per noi inimmaginabili.
E proprio il lavoro del Genny Team è quello di far capire che grazie alla tecnologia e al Design, un mezzo tanto odiato come una sedia a rotelle, può diventare un simbolo dell’integrazione capace di abbattere la barriera tra normalità e disabilità, perché muoversi ed essere ammirati piace a tutti…..
Paolo.
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Solitamente, quando vengo intervistato, mi capita di essere introdotto con le seguenti parole: “Paolo Badano, COSTRETTO SU UNA SEDIA A ROTELLE da oltre 20 anni”.
Questa espressione, che onestamente non userei mai, risulta molto cara al mondo dei “bipedi” per definire la mia condizione di vita, e ritengo possa rivelarsi carica di molti altri significati. È un modo di dire che mette l’accento sull’ evidente sfortuna che ha colpito una persona, inoltre sottolinea la sofferenza che dovrà affrontare poiché COSTRETTO sulla sedia rotelle .
Ho deciso di scrivere questo post per far capire quanto il nostro pensiero possa essere condizionato da parole, foto e preconcetti. In questo caso specifico, possiamo vedere come un apparente modo di dire abbia caricato un semplice mezzo locomozione come la sedia rotelle di un colpa sicuramente non sua, contribuendo a farla diventare l’oggetto simbolo della sfortuna, in grado di canalizzare odio e sentimenti orribili, confinandola e condannandola ad un’esistenza priva di tecnologia, Design e quindi di evoluzione.
Facciamo un passo indietro.
Di sedia a rotelle (o wheelchair) possiamo trovare esempi che risalgono addirittura al VI secolo a.C., con raffigurazioni su vasi e lastre rinvenuti in Cina e Grecia. Ma non è la Storia che ora ci interessa, bensì capire come un oggetto così antico e indispensabile sia diventato simbolo così tanto detestato dal mondo verticale e “seduto”.
Io ritengo che una grossa fetta di responsabilità sia dovuta ad una scelta fatta molto tempo fa.Quale simbolo iconografico si è scelto per rappresentare la disabilità? (tutte le disabilita’ , motorie, mentali,visive, sensoriali etc…)
Lo conosciamo tutti perché è ovunque, ed è proprio una sedia rotelle. Eppure noi sappiamo che le disabilità che usano la sedia a rotelle sono in percentuale assolutamente minoritarie rispetto tutte le altre, per intenderci il 6% della popolazione mondiale ha una disabilità ma solo 1% circa di queste disabilità usa una sedia rotelle.
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Mi pare evidente che se abbiamo scelto una sedia a rotelle per rappresentare tutte le disabilità ne abbiamo fatto simbolo che va oltre il suo reale significato…
Immaginate se la disabilità fosse stata rappresentata dagli occhiali neri per non vedenti. Li avremmo potuti trovare sulle porte dei bagni per disabili, nei parcheggi riservati…forse, e dico forse, oggi il Mondo vedrebbe gli occhiali in un modo differenti e magari nessuno li indosserebbe per non apparire disabile…..
Scherzi a parte ritengo che oggi varrebbe la pena di ripensare questo logo, sarebbe già un buon inizio per la riqualificazione di questo tanto odiato oggetto.
Per quanto mi riguarda io sono sempre a puntualizzare il fatto che non mi ci ha costretto nessuno su di una sedia a rotelle, anzi, è grazie ad una sedia rotelle che sono riuscito a riprendermi la mia vita autonoma e indipendente.
Per capire quanto siano vere le mie parole, basterebbe guardare cosa accade in paesi meno fortunati dei nostro, dove associazioni come http://www.freewheelchairmission.org ci dicono che 100-150 milioni di persone nel mondo possono solo sognare di possedere una sedia rotelle.
E per questo FREE WHEELCHAIR MISSION lavora per realizzare sedie a rotelle low cost, addirittura fatte con una sedia di plastica da giardino, perché la vita di chi non può neppure sperare di avere questo strumento tecnologico, è incredibilmente dura a livelli per noi inimmaginabili.
E proprio il lavoro del Genny Team è quello di far capire che grazie alla tecnologia e al Design, un mezzo tanto odiato come una sedia a rotelle, può diventare un simbolo dell’integrazione capace di abbattere la barriera tra normalità e disabilità, perché muoversi ed essere ammirati piace a tutti…..
Paolo.
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