[:it]Idee e risorse che devono essere valorizzate[:]

[:it]Idee e risorse che devono essere valorizzate[:]

[:it]Sempre più spesso mi capita di incontrare delle persone che si adoperano per il prossimo senza averne un tornaconto personale. Non deve sorprendere il mio stupore, perchè viviamo in un mondo in cui si crea qualcosa solo se dietro c’è o ci potrebbe essere un cosiddetto “BUSINESS”.

Domenica ho incontrato una persona di queste, Boris Keller, presidente dell’Associazione Velabili del Circolo Velico di Lugano.  Velabili è un’ iniziativa che offre alle persone con disabilità di avvicinarsi e praticare lo sport della vela in autonomia.

Perchè ne parlo? Perchè a volte si parte svogliati verso un impegno o  un invito convinti di sapere già cosa ci aspetterà, invece poi veniamo sorpresi.

E’ esattamente quello che è successo a me.

Io sono ligure, quindi sono cresciuto sul mare, il mare è parte della mia vita.  E’ più una presenza costante che un mezzo o un divertimento, nel senso che piú che fare qualche bagno in estate, non l’ho mai vissuto, non sono mai stato un fan degli sport acquatici, né tantomeno un velista..

A peggiorare il mio rapporto con il mare è stata sicuramente anche la mia disabilità perché rende tutto più complicato, ma domenica è successo qualcosa, ho provato un’emozione che non avevo calcolato.

Boris ha battezzato, per conto dell’associazione,  una nuova barca per le persone con disabilità dal nome “NIKN” e mi ha invitato a fare un giro con lui e con un esperto velista, Luca Wullschleger, amico e socio nell’avventura Genny. Chiaramente ho accettato, si trattava solo di fare un giretto nel golfo di Lugano, mica l’attraversata dell’Atlantico!

Autonomia è una parola che uso spesso perché è il vero indice di inclusione della disabilità nella società, ma non mi aspettavo di trovarla in una barca, dal timone alle vele, tutto è a portata di “mano”. Ridendo e scherzando, mi sono trovato a timonare, ad ascoltare il vento e a governarlo. Credo che gli esperti l’avrebbero definito più soffio che vento, ma è stata una bellissima sensazione sentire la barca scivolare a filo d’acqua e gonfiare le vele in silenzio.

La disabilità mi ha insegnato a riconoscere i miei limiti, ma questo non significa smettere di sognare, quindi, se grazie alla tecnologia e alla volontà di uomini come Boris Keller le  persone con disabilità possono tornare a vivere delle emozioni come questa, non resta che far conoscere certe iniziative a più persone possibile, bisogna convincere le istituzioni a creare piattaforme  web pubbliche dove radunarle e pubblicizzarle, perché la cosa peggiore che può capitare è far spegnere progetti come questi, non perchè non interessavano a nessuno, ma perchè nessuno sapeva della loro esistenza.

[embedyt] https://www.youtube.com/watch?v=iq3MC20bG2Q[/embedyt]

Paolo[:]

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