Tecnologia dove sei andata? Un errore che ha radici storiche.

Tecnologia dove sei andata? Un errore che ha radici storiche.

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Le più antiche testimonianze sull’esistenza di strumenti di mobilità per persone con disabilità (simili a sedie a rotelle) risalgono addirittura al VI secolo a.C., con raffigurazioni su vasi e lastre rinvenuti in Cina e in Grecia.

Le prime testimonianze di una vera e propria sedia rotelle in Europa risalgono al1633 in Germania, dove un orologiaio di nome Stephen Farfler se ne costruì una per Lui in quanto disabile.

Per vedere la sua raffigurazione in quadro bisogna aspettare il Rinascimento Tedesco, in un dipinto del 1761 di P.J. Horemans.

La difficoltà nel cammino è uno degli aspetti più limitanti ed invalidanti della storia del genere umano. Questo concetto è facilmente comprensibile in quanto la deambulazione, quindi la stazione eretta, è stata una delle conquiste più importanti mai raggiunte dall’uomo.

Per questo motivo storico, l’immagine che ognuno ha di sé è strettamente legata alla posizione verticale ed alla possibilità di spostarsi nello spazio camminando, basti pensare quanto persino nei “modi di dire” sia radicato questo concetto: com’è noto la malattia costringe la persona a letto, quindi sdraiata, e i detti “in Gamba!”, “tirati su”, “sei già in piedi?” tendono ad associare inevitabilmente la stazione eretta alla  salute fisica.

Io ritengo che queste siano le principali cause che hanno portato ad uno dei più grossi errori nella storia dell’EVOLUZIONE tecnologia, perché nonostante un mercato enorme i disabili motori, quindi utilizzatori di sedie a rotelle , rappresentano nel mondo circa 1.5% della popolazione; pertanto vengono oggi sono stimati in circa 70 milioni di persone, e se si aggiungono gli anziani sopra i 70 anni i numeri diventano enormi: oltre 500 milioni.

Milioni e milioni di persone con problemi di deambulazione che non hanno avuto nessuna risposta dal mondo tecnologico e che sono  stati condannati a spingere due ruote da oltre 200 anni. Tutti noi sappiamo quanto puo correre veloce l’evoluzione tecnologia, basti pensare ad un telefono cellulare e vedere la sua trasformazione in soli 30  anni per capirne  la sua  potenza.

 

Ma tutti possono vedere quanto poco sia stata toccata dalla tecnologia la sedia  a rotelle, che sostanzialmente si è evoluta solo nei materiali di costruzione passando da paglia e legno a titanio e carbonio.

Questo per me è francamente intollerabile. Condivido la voglia del genere umano nel far tornare a camminare le persone con disabilità, e quindi capisco i grossi investimenti di denaro nella medicina o  nella tecnologia robotica (come per esempio l’ esoscheletro) ma queste nell’immediato non sono mai state una soluzione valida, e non lo saranno ancora per molto tempo.

Io  non condivido assolutamente  l’abbandono che c è stato , nel mondo, nel ricercare una soluzione alternativa alla mobilità in stazione eretta.

Per questo motivo, ritengo che il lavoro che stiamo svolgendo alla Genny Mobility sia l’unica vera risposta  alle esigenze di queste milioni di persone che attendono una risposta immediata dalla tecnologia.

Perché nel futuro nessuno spingerà mai più una sedia rotelle se gli verrà data un alternativa valida.

Paolo

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Le più antiche testimonianze sull’esistenza di strumenti di mobilità per persone con disabilità (simili a sedie a rotelle) risalgono addirittura al VI secolo a.C., con raffigurazioni su vasi e lastre rinvenuti in Cina e in Grecia.

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Le prime testimonianze di una vera e propria sedia rotelle in Europa risalgono al1633 in Germania, dove un orologiaio di nome Stephen Farfler se ne costruì una per Lui in quanto disabile.

Per vedere la sua raffigurazione in quadro bisogna aspettare il Rinascimento Tedesco, in un dipinto del 1761 di P.J. Horemans.

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La difficoltà nel cammino è uno degli aspetti più limitanti ed invalidanti della storia del genere umano. Questo concetto è facilmente comprensibile in quanto la deambulazione, quindi la stazione eretta, è stata una delle conquiste più importanti mai raggiunte dall’uomo.

evoluzione-sedia

Per questo motivo storico, l’immagine che ognuno ha di sé è strettamente legata alla posizione verticale ed alla possibilità di spostarsi nello spazio camminando, basti pensare quanto persino nei “modi di dire” sia radicato questo concetto: com’è noto la malattia costringe la persona a letto, quindi sdraiata, e i detti “in Gamba!”, “tirati su”, “sei già in piedi?” tendono ad associare inevitabilmente la stazione eretta alla  salute fisica.

Io ritengo che queste siano le principali cause che hanno portato ad uno dei più grossi errori nella storia dell’EVOLUZIONE tecnologia, perché nonostante un mercato enorme i disabili motori, quindi utilizzatori di sedie a rotelle , rappresentano nel mondo circa 1% della popolazione; pertanto vengono oggi sono stimati in circa 70 milioni di persone, e se si aggiungono gli anziani sopra i 70 anni i numeri diventano enormi: oltre 500 milioni.

Milioni e milioni di persone con problemi di deambulazione che non hanno avuto nessuna risposta dal mondo tecnologico e che sono  stati condannati a spingere due ruote da oltre 200 anni. Tutti noi sappiamo quanto puo correre veloce l’evoluzione tecnologia, basti pensare ad un telefono cellulare e vedere la sua trasformazione in soli 30  anni per capirne  la sua  potenza.

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Ma tutti possono vedere quanto poco sia stata toccata dalla tecnologia la sedia  a rotelle, che sostanzialmente si è evoluta solo nei materiali di costruzione passando da paglia e legno a titanio e carbonio.

Questo per me è francamente intollerabile. Condivido la voglia del genere umano nel far tornare a camminare le persone con disabilità, e quindi capisco i grossi investimenti di denaro nella medicina o  nella tecnologia robotica (come per esempio l’ esoscheletro) ma queste nell’immediato non sono mai state una soluzione valida, e non lo saranno ancora per molto tempo.

Io  non condivido assolutamente  l’abbandono che c è stato , nel mondo, nel ricercare una soluzione alternativa alla mobilità in stazione eretta.

Per questo motivo, ritengo che il lavoro che stiamo svolgendo alla Genny Mobility sia l’unica vera risposta  alle esigenze di queste milioni di persone che attendono una risposta immediata dalla tecnologia.

Perché nel futuro nessuno spingerà mai più una sedia rotelle se gli verrà data un alternativa valida.

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Paolo

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