Muratore dentro

Muratore dentro

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Sono Nato a Savona il 17.01.1969 la mia vita è cominciata nel migliore dei modi, amato in una famiglia splendida, mamma casalinga, papà operaio edile e con un fratello poco più grande di me. Poca voglia di studiare, come molti adolescenti, ma presuntuoso abbastanza per dire a mio padre, dopo la bocciatura in prima geometri “Vado a lavorare” senza neanche sapere cosa questo volesse dire. Ricordo che lui mi disse, avevo poco più di 14 anni e stava incominciando l’estate “E’ giusto, se non hai voglia di studiare, devi lavorare”, mi fece allora assumere in una ditta come apprendista elettricista.
Catapultato in un mondo di grandi, fatto di impegni e fatica, mentre guardavo l’estate passare e gli amici in vacanza, ritornai presto sui miei passi, per chiedere a mio padre, alla riapertura delle scuole un’altra possibilità di tornare a studiare.
Oggi che sono adulto leggo quello che fece come un grande gesto d’amore, di un padre che voleva insegnare cosa significano sacrificio e responsabilità ad un figlio arrogante e presuntuoso. Egli mi disse “Se vuoi veramente studiare, devi farlo di sera, e di giorno lavorare”, e così feci per 5 anni fino al diploma di geometra. Di giorno il cantiere e dalle 19.00 alle 24.00 la scuola. Fu per me una fatica enorme ma forse mi formò il carattere e mi preparò a sopportare tutto quello che sarebbe successo dopo. Il grande sceneggiatore aveva infatti in serbo per me diverse sorprese.

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Mia madre morì giovane per una malattia, aveva 58 anni. Io, finita la scuola mi licenziai da operaio e cominciai con il amico  Enrico ,anche lui geometra, a lavorare come artigiano edile; avevamo pochi soldi in tasca ma tanta voglia di farcela.
Il destino però nel giro di pochi anni cambiò ancora le mie carte, l’incidente e la sedia a rotelle, la morte di mio padre, quindi tutto da rifare.
A volte si sente dire che gli amici si vedono nel momento del bisogno, io ho potuto provare che questo è vero. Quel mio amico, socio, mi disse “ Ci divideremo i compiti; tu seguirai l’amministrazione, io mi occuperò dei cantieri”. Sono passati più vent’anni, siamo ancora insieme, abbiamo una ditta di costruzioni e ristrutturazioni “Edil Design”.

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Come spesso accade, la vita è assai imprevedibile.
Da una mia grande  passione per le moto e i motori in generale, “causa” tra l’altro della mia disabilità, ho assorbito nozioni di meccanica ed elettronica che credevo non mi sarebbero servite mai più. Si sono rilevate invece fondamentali per dar vita al  progetto che mi ha nuovamente sconvolto la vita     “Genny”  .

Morale: tutti giochiamo la stessa partita,chiamata vita, ma alcuni partono con carte migliori rispetto ad altri. Secondo me poco importa come si inizia : quel che conta veramente è non smettere mai di giocare.

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